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Un foglio bianco è l’inizio di un’avventura, di un romanzo avvincente, di un disegno a mano impeccabile, oppure di un impaginato ben congeniato. Tutto il nostro lavoro inizia da un semplice foglio che deve essere riempito.

 

Forse è proprio questo il motivo che ci spinge a prendere una penna o una matita e cominciare a scrivere/disegnare, fino a che il foglio non è pieno zeppo di informazioni: solo a quel punto pensiamo di aver fatto un buon lavoro.

 

Nella comunicazione visiva il concetto dello spazio bianco (chiamato anche “spazio negativo” o “spazio vuoto”) è qualcosa di diverso: non è visto come un deficit, bensì come un elemento attivo che può essere usato a favore del messaggio. Lo spazio può trasmettere armonia, pulizia e equilibrio con gli altri elementi della pagina.

 

Macro e Micro spazio

Lo spazio bianco può essere di due diverse tipologie:

 

Macro Spazio
Ne fanno parte i margini della pagina e le distanze tra gli elementi di una composizione. Permettono di suddividere le aree di interesse e spostare il punto focale di attenzione.
L’uso dei macro spazi può dipendere maggiormente da scelte di design e di percezione visiva.

Credits: Vladislav Murashko

L’immagine a fianco è un esempio significativo.

 

L’unico soggetto dello scatto è un uomo su uno scoglio, non ci sono altri elementi. Grazie al macro spazio, tutta l’attenzione della scena è focalizzata su di lui. Il messaggio è diretto e chiaro.

 

Si percepisce un senso di quiete e di equilibrio, dato proprio dal contrasto tra lo spazio e il soggetto scuro. La solitudine è un sentimento presente, incentivato maggiormente dall’ambiente desolato che il soggetto ha attorno.

Micro Spazio
Principalmente comprende le distanze che riguardano i testi: per es. quelle tra le colonne, interlinea, spaziatura tra le parole (il tracking), distanza tra le singole lettere (il kerning).
I micro spazi permettono una corretta leggibilità dei testi e di conseguenza consentono all’utente di leggere in modo fluido e piacevole. Per questo sono legati a un discorso più tecnico che creativo.

Come vedi dalle immagini qui sopra, la leggibilità di un testo dipende moltissimo dallo spazio che viene utilizzato. La scelta dei micro spazi comporterà anche un diverso ingombro degli elementi nel nostro design. Quindi c’è da tenere tutto sotto controllo: efficacia della comunicazione, comprensione del messaggio, equilibrio degli elementi…

 

Spazio bianco e minimalismo

L’utilizzo efficace dello spazio bianco va a braccetto con i concetti di pulizia ed essenzialità. Proprio per questo è uno dei pilastri dello stile minimalista, sviluppatosi in vari ambiti come l’arte e la comunicazione visiva pubblicitaria. Il concetto di ridurre tutto all’essenziale, per arrivare al significato puro delle cose, si sposa molto con l’uso dello spazio bianco, presente dove tutti i fronzoli sono assenti, dove non c’è bisogno di aggiungere, ma di lasciare il “peso del vuoto“.

 

Non solo bianco…

Concettualmente, colori come il bianco (anche se in realtà può essere definito un non-colore insieme al nero) ci trasmettono eleganza, semplicità, leggerezza. Ma non dobbiamo farci ingannare dal termine puramente lessicale: infatti, “spazio bianco” non significa che noi possiamo utilizzare solo il bianco, bensì qualsiasi colore. Si è voluto usare il bianco per indicare sostanzialmente l’idea di un comune foglio di carta (quindi per rappresentare il concetto di vuoto).

Credits: Michael Morse

Credits: Karolina Grabowska

 

Spazio bianco e il gioco dei pieni/vuoti

Nel logo design possiamo trovare un uso creativo dello spazio bianco, che in questo caso è meglio definire “negativo” perchè viene usato generando forme in antitesi con elementi pieni (la parte così detta “positiva”).
I loghi che sfruttano questa tecnica sono il risultato di uno studio attento delle forme e del perfetto incastro tra pieni e vuoti, senza snaturare i soggetti e mantenendo alta l’efficacia del messaggio.

Credits: Oliur from UltraLinx.com

Credits: Grant Mason

Conslusioni

Non ci dobbiamo spaventare dello spazio bianco… Non pensare che in quel vuoto tu non stia dicendo nulla. Anzi, anche lì stai comunicando qualcosa e ti stai dando un tono, uno stile.

Non pensare che la copertina di quel pieghevole sia troppo scarna; guardala sotto un altro aspetto: gli elementi di quella copertina respirano, hanno il giusto spazio per esprimere un messaggio, non fanno a botte per prevaricare uno sull’altro.

In questo, lo spazio bianco mette ordine, crea armonia. Perciò, fallo diventare un tuo amico… La tua comunicazione e Mirco (il nostro graphic designer) ne saranno felici! 😉